Presto si trasferisce a Bologna dove ottiene il diploma di ragioneria. Nel 1972, in piena contestazione studentesca, comincia a interessarsi al teatro e, convinto di dover continuare gli studi si iscrive alla facoltà di Pedagogia a Bologna. Decide poi di lasciare per mettersi a lavorare in proprio. Apre una discoteca chiamata Punto Club nella quale lavora come Disc jockey; contemporaneamente, con alcuni amici, tra cui Maurizio Solieri e Massimo Riva, fonda una delle prime radio libere italiane, Punto Radio, in cui comincia a proporre alcuni dei suoi pezzi. Questa nuova esperienza si rivelerà fondamentale per la sua carriera.
Segue l'album Colpa d'Alfredo (1980); la canzone che porta il titolo dell'album viene censurata dalle radio, perché contiene termini ritenuti offensivi. La popolarità di Vasco Rossi, che inizia a farsi conoscere anche a livello nazionale, cresce in seguito a una sua esibizione dal vivo, durante la nota trasmissione televisiva Domenica In. In questa occasione canta la canzone Sensazioni forti e la sua esibizione viene ampiamente criticata dal giornalista Nantas Salvalaggio che, in un suo articolo sul settimanale Oggi, si scaglia contro il cantante e contro la RAI, colpevole di ospitare nel suo più popolare programma della domenica un simile esempio di "ebete, cattivo e drogato". [1]. Il rocker ed il suo staff protestano nei confronti del giornalista, ma l'inconveniente, nei fatti, aumenta il nascente mito del "Blasco".
Nel 1981 esce l'album Siamo solo noi considerato dalla critica come uno tra i suoi lavori migliori; la canzone che dà il titolo all'album verrà più volte identificata come un vero e proprio "inno generazionale".
Gli anni del boom
L'esperienza che cambia radicalmente la carriera di Vasco Rossi è, senza dubbio, la partecipazione al Festival di Sanremo. Nonostante il festival della canzone italiana non appartenga all'orizzonte artistico del rocker, Vasco Rossi e il suo entourage decidono di sfruttare la vetrina offerta dalla RAI, creando anche qualche malumore tra i (pochi) fan dell'epoca [2].Così, nel 1982 Vasco partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Vado al Massimo, con cui si classificherà ultimo. La canzone contiene una ironica risposta a Nantas Salvalaggio, il giornalista che due anni prima lo aveva criticato ferocemente sulle pagine del settimanale Oggi, apostrofato come "quel tale che scrive sul giornale". Nell'aprile dello stesso anno esce l'album Vado al massimo, che resterà in classifica per 16 settimane, un piccolo successo che dimostra che la performance di Rossi ha fatto breccia nel pubblico.
L'anno seguente (1983) si presenta di nuovo a Sanremo con la canzone Vita spericolata. La canzone diventerà uno dei classici della musica italiana, così come la canzone Siamo solo noi, e raggiunge lo stesso anno il 6° posto nella classifica dei 45 giri [3], ma si classificherà al penultimo posto nella graduatoria del Festival. La performance del rocker di quell'anno fa scalpore: Rossi abbandona il palco ancor prima che finisca la canzone, tirandosi dietro il microfono, che, collegato col filo all'amplificatore, cade, creando panico al pubblico in sala e ai conduttori dello show tv. Segue l'uscita dell'album Bollicine. È il sesto album in sei anni, quello che consacra definitivamente Vasco Rossi a icona del rock italiano: resta in classifica per 35 settimane, e si piazza come quinto album più venduto dell'anno [4]. L'ironica canzone Bollicine farcita di slogan e frasi ad effetto vince il Festivalbar '83 e il tour per promuovere l'album è un trionfo. È sicuramente uno dei periodi di massimo successo dal punto di vista musicale, ma non dal punto di vista umano: secondo alcuni biografi in quel periodo Rossi sta veramente andando al massimo; è farmaco-dipendente, vive come se fosse sempre su un palco, non dorme per giorni interi mentre continua ad assumere anfetamina e Lexotan tanto da costringere il manager Guido Elmi a annullare vari concerti. [5]
All'inizio del 1984 esce la prima raccolta live: Va bene, va bene così, che resterà in classifica 33 settimane, di cui 8 al primo posto; ma il 20 Aprile dello stesso anno il rocker viene fermato in una discoteca nei pressi di Bologna e arrestato; dopo una perquisizione in un casolare di Casalecchio dove abita insieme ad altri componenti della sua band, Rossi consegna spontaneamente 26 grammi di cocaina ai carabinieri. Trascorre 22 giorni di prigione (di cui 5 in isolamento) presso il carcere di Rocca Costanza a Pesaro con l'accusa di dentenzione di cocaina e spaccio non a scopo di lucro durante i quali riesce a liberarsi dalle anfetamine, nonostante la sua situazone psicofisica rimanga piuttosto precaria. Del panorama musicale italiano soltanto Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi danno pieno sostegno al cantante, visitandolo in carcere. Il 12 maggio Rossi ottiene la libertà provvisoria. Il processo lo scagiona dall'accusa di spaccio, ma lo condanna a due anni e otto mesi con la condizionale, per detenzione di sostanze stupefacenti. [6]
Di lì a poco, Vasco Rossi pubblica l'album Cosa succede in città (1985), considerato secondo certi aspetti l'album della rinascita. Sebbene contenga canzoni storiche poi divenute pilastri delle composizioni di Vasco, secondo la critica l'album è tecnicamente perfetto ma per i testi ed i contenuti viene considerato un album piuttosto "fiacco", anche a causa delle vicende che l'hanno preceduto, tanto che secondo alcune persone vicine a Rossi l'album non ha soddisfatto completamente né Vasco né Elmi. Ciò nonostante, l'album resta in classifica per 29 settimane.
L'anno seguente diventa padre per la prima volta e per due anni sparisce completamente. Qualcuno parla di esaurimento nervoso ma è un periodo in cui Vasco ricerca se stesso e rivede vecchi amici di infanzia.
Nel 1987 torna prepotentemente sulla scena pubblicando C'è chi dice no definito da molti giornali dell'epoca un capolavoro, che resterà in classifica 38 settimane, di cui 12 in testa. Il successo è tale che perfino Celentano lo vuole ospite in RAI. Lui inizialmente accetta salvo poi cambiare idea il giorno prima della trasmissione facendo infuriare i vertici dell'emittente televisiva che minacciano di bandirlo per sempre da ogni trasmissione. Ma Rossi a questo punto della sua carriera può ampiamente permetterselo tanto che il sempre crescente successo di spettatori costringe il cantante ad abbandonare i palazzetti per orientarsi verso spazi più ampi: inizia l'epoca degli stadi.
Il primo luglio 1988 viene nuovamente arrestato mentre da solo a bordo della sua BMW 750 procede zigzagando sulla A14 con a bordo un grammo di cocaina, uno sfollagente e una pistola lanciagas. Viene prontamente rilasciato tra le guardie carcerarie e i fans che gli chiedono abbracci e autografi.
Nel 1989, prima dell'uscita dell'album Liberi liberi realizzato per conto della EMI, Rossi rompe definitivamente con Guido Elmi e la Steve Rogers Band ritrovandosi praticamente da solo con Maurizio Lolli. Parte comunque il "Liberi Liberi Tour" senza Solieri e Riva, il cui grande successo porta alla pubblicazione dell'album live Fronte del palco (1990). Il 6 dicembre 1989 Rossi "tira definitivamente una riga" sopra la questione di spaccio del 1984 venendo condannato ad un'ammenda di 2 milioni e 800 mila lire.
L'anno successivo vengono organizzati in rapida successione (10 e 14 luglio) due concerti rispettivamente negli stadi San Siro a Milano e Flaminio a Roma, che fanno registrare presenze record [7]. Una parte del concerto di Milano viene pubblicata nell'album Vasco live 10/7/90 San Siro.
Diventato padre per la seconda volta, il cantante fa uscire l'album Gli spari sopra (1993) col quale vincerà 10 dischi di platino, mentre nel 1994 regala agli iscritti al suo Fan club ufficiale un CD contenente l'inedita Senza Parole. Sempre in questo periodo esce il singolo Se è vero o no che non fu inserito nell'album Gli spari sopra.
Nel 1995 il rocker è di nuovo a San Siro con un doppio concerto evento, Rock Sotto l'Assedio, contro la guerra in Jugoslavia. In questa occasione canta per la prima volta Generale di Francesco De Gregori, cantautore che da sempre è un suo riferimento. Vasco promuove la serata come occasione di riflessione contro la violenza della guerra, ma molti giornalisti polemizzeranno con lui per non avere devoluto l'incasso alla causa jugoslava.
Gli anni del successo di massa
Nel 1996 pubblica l'album Nessun pericolo... per te, contenente una canzone, Gli angeli dedicata all'amico Maurizio Lolli morto di cancro ai polmoni, il cui video (una produzione colossale di 600 milioni di lire) viene diretto da Roman Polanski; il video viene messo a disposizione su Internet, un evento abbastanza insusuale per quegli anni. La canzone viene distribuita in un singolo a forma trinagolare a tiratura limitata. Nel 1997 esce Rock, una raccolta di vecchi pezzi riarrangiati, che porterà il cantante ad esibirsi nell’ex stabilimento Italsider di Bagnoli, nell'ambito della prima edizione del Neapolis Rock Festival. Quell'anno Rossi è presente come autore al Festival di Sanremo (in coppia con l'amico di sempre, Curreri degli Stadio) con E dimmi che non vuoi morire scritta per Patty Pravo, premiata con il premio della critica. Sempre per il festival di Sanremo, nel 1998 scrive la canzone Lo zaino cantata dagli Stadio.
Nel 1998 esce Canzoni per me, in cui riprende anche vecchie canzoni, scritte all'inizio della carriera e mai pubblicate. Lo stesso anno vince il suo secondo Festivalbar con Io no. Nell'estate del 1998, decide di tenere un unico concerto, accettando la proposta di essere la guest star della prima edizione dell'Heineken Jammin' Festival a Imola: la storica serata viene immortalata nel video e relativo album live Rewind nel 1999, a cui fa seguito il Rewind tour. A pochi giorni dalla partenza del tour, muore per overdose l'inseparabile "compagno di avventure" Massimo Riva, chitarrista della band e autore-coautore di tante musiche e testi.
Nel 1999 esce il singolo La fine del millennio, i cui proventi vengono devoluti all'associazione onlus per il recupero dei tossicodipendenti, fondata dai parenti di Massimo Riva. La copertina ripende il Cristo bendato di una immagine di scena tratta dal "teatro delle orge e dei misteri" dell'austriaco Hermann Nitsch.
Nel 2000 si ricompone la collaborazione con Patty Pravo alla quale l'artista dedica un tributo con il brano scritto per lei Una donna da sognare, titolo anche dell'album, nel quale c'è la firma di Vasco Rossi (che è anche produttore del cd) anche nella delicata Una mattina d'estate portata al successo dalla Pravo al Festivalbar di quell'anno. Sempre quell'anno, firma come coautore il testo della canzone La tua ragazza sempre, portata al Festival di Sanremo da Irene Grandi, che si piazza al secondo posto. Il 2001 è l'anno di Stupido hotel e anche del terzo Festivalbar vinto con la canzone Ti prendo e ti porto via. Nel 2002 esce la prima raccolta pubblicizzata come ufficiale dalla EMI di brani in versione originale e rimasterizzati, Tracks, alla quale fa seguito il triplo concerto evento tenutosi di nuovo a San Siro, e dal quale sarà tratto il video Vasco @ San Siro '03. Nel 2004 l'album Buoni o cattivi, registrato tra Bologna e Los Angeles fa registrare il record di vendite di quell'anno e successivamente viene venduto anche negli Stati Uniti.
Il 12 maggio 2005 lo IULM di Milano conferisce al rocker la laurea "honoris causa" in Scienze della comunicazione. Il 9 settembre 2005 esce È solo un rock 'n' roll show , doppio DVD, lanciando così il concetto di movieclip, in cui tutte le canzoni di Buoni o cattivi si intrecciano in un lungo videoclip di oltre 2 ore. Tre mesi dopo, il 2 dicembre 2005, esce Buoni o cattivi live anthology 04.05 un cofanetto comprensivo di doppio cd e triplo dvd, registrato live dai trionfali "Buoni o cattivi tour" del 2004 e del 2005.
Nel 2005 ritorna a Sanremo come ospite per la serata finale, in segno di riconoscenza al festival che gli aveva offerto una vetrina importante, quando la sua carriera era ancora agli albori. Questa volta il pubblico lo accoglie con entusiasmo e Vasco risponde cantando l'introduzione di Vita spericolata e l'hit del 2004 Un senso. Dopo la performanche, pronucia poche parole contro la legge legge anti-fumo (legge 3/2003) varata dal ministro Sirchia ed esce di scena, sottraendosi all'abituale intervista del conduttore Paolo Bonolis ai suoi ospiti.
Il 17 dicembre 2005 Vasco torna a Zocca, la sua città natale, dove gli amici d'infanzia e tutta la comunità hanno organizzato il tributo in suo onore. Per l'occasione è allestita anche una mostra fotografica.
Vasco Rossi ha sostenuto nella campagna elettorale per le elezioni politiche 2006 il partito la Rosa nel Pugno (concedendo l'utilizzo della canzone Siamo solo noi come colonna sonora dello spot del partito) e ha finanziato la coalizione dell'Ulivo. È la prima volta che il rocker prende un posizione politica netta; in passato, si era limitato a mostrare simpatia per le lotte abolizioniste di Marco Pannella, acquisendo la tessera del partito dei Radicali e prestando, nei primi anni '80, il suo volto ad alcune campagne antiproibizioniste. Alle elezioni per il Presidente della Repubblica 2006, alla seconda e terza votazione il cantante ottiene in entrambe le occasioni 1 voto. Sempre nel 2006, Vasco annuncia pubblicamente di non cedere più i diritti delle sue canzoni per gli spot pubblicitari [8].
Il 19 gennaio 2007 esce il singolo Basta poco. Per volontà del cantautore non è venduto in alcun negozio e può essere ascoltato esclusivamente tramite radio oppure scaricato dal web o dal portale di una nota azienda telefonica. Il nuovo singolo fa registrare il record italiano di download legali, oltre centomila a distanza di due giorni dall'uscita del brano.
L'11 maggio 2007 Vasco Rossi pubblica un mini cd, Vasco Extended Play, contenente Basta poco, la versione "original demo" della stessa, il video con i personaggi disegnati da suo figlio Luca e una cover di La compagnia, pezzo scritto da Mogol ed interpretato da Marisa Sannia e soprattutto da Lucio Battisti.
Testo fornito da Wikipedia