venerdì 30 novembre 2007

ALDO GRASSO: BENIGNI PUO' DIRE TUTTO

La situazione dell'inferno è buona. Un po' infernale per Berlusconi ma buona. Se la terra desolata di Celentano non stava tanto bene, l'inferno dantesco regala a Benigni la fortuna e a noi la consolazione. Una volta all'anno, sotto Natale, Roberto Benigni si esibisce in tv, senza che la pubblicità lo infastidisca. Roba da evento grosso, roba per cui Vincenzone Mollica è capace di lavorarci sopra per un mese. È vitale, ha ritmo, trascina, strappa l'applauso: il copione è sempre quello ma in lui il suono, il colore, gli accenti, il ritmo sono più importanti del contenuto. L'inferno può attendere. Prima c'è una lunga tirata su Berlusconi («torna Silvio, perché i comici non hanno di che scherzare »), prima ci sono le battute su Storace, sulla Santanché, «bella topolona», sui Savoia, su Clementone Mastella, un poco anche su D'Alema, su Calderoli, («non ha i baffi, non ha la barca, non è intelligente»), su Sandro «lumacone» Bondi, su Vallettopoli, su Silvio Sircana, su Buttiglione («Rocco e i suoi piselli») Benigni è il giullare di corte, il fool, il santo guitto cui tutto è permesso, l'unico autorizzato a mescolare il sacro e il profano, l'alto e le parti basse, l'ottavina improvvisata e l'endecasillabo della Commedia. A cambiare registro passando dall'avanspettacolo al sublime. Qualche maligno sostiene che Roberto si presta (il verbo deriva da Lucio Presta, manager sia di Bonolis che di Benigni) a queste operazioni quando è un po' in crisi con il cinema. Ma sono malizie, forse: il «Quinto dell'Inferno Show» è all'insegna della bellezza dell'Italia, della poesia, del miracolo di esistere, dell'amore, del sesso, della «nostalgia dell'infinito, quella ventata di annientamento che ci precipita addosso quando ci si innamora». Dante, nell'interpretazione di Benigni, diventa un fiume in piena, un clamore poetico, una vampa di parafrasi. La celebre passione tra Paolo e Francesca è quella dell'«amor ch'a nullo amato amar perdona» . Anche loro hanno ceduto alla lussuria, come gli adulteri, i seduttori, i libertini, le veline che riempiono oggi i giornali gossipari. Ce se sono moltissimi nell'inferno. Paolo e Francesca, due cognati uccisi, dal marito di lei e fratello di lui, perché sorpresi in flagranza di adulterio, vagano ora abbracciati. Roba che a Porta a porta o a Matrix ci farebbero venti puntate. Col plastico. Benigni, come del resto Vittorio Sermonti, può giocare sulla soggezione culturale che Dante incute allo spettatore. Per capirlo bisogna fare lo sforzo di leggere, di decifrare. Sentirlo recitare è pura gratificazione, miracolo donato: sei partecipe di una schiera eletta, sei al cospetto della Divina Commedia, sei complice degli infiniti doni che la Poesia elargisce. Non importa capire, importa esserci. Al «Quinto dell'Inferno Show».

giovedì 29 novembre 2007

CASO AFFARI TUOI: IL TRIBUNALE DA' RAGIONE A STRISCIA

E' finita con una netta vittoria di "Striscia la notizia" su tutti i fronti, con un provvedimento di archiviazione del Tribunale di Roma facente seguito alla querela di Flavio Insinna e Fabrizio Del Noce dopo i servizi del Tg satirico su alcune "stranezze" e "casualità" all'interno del game-show di Raiuno "Affari Tuoi".
Il Giudice del Tribunale Ordinario di Roma, Dott. Marco Mancinetti, ha infatti osservato oggi che la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero in precedenza deve essere accolta.
Nello specifico, nel provvedimento di archiviazione, si legge che: "il comportamento tenuto dalla concorrente Pelafiocche nella trasmissione 'Affari Tuoi' in onda il 4 dicembre 2006, appare illuminante ai fini della definizione della presente vicenda. Le immagini sono chiare: si vede che la concorrente, ripetutamente, guarda e legge un qualcosa all'interno dei palmi delle sue mani, qualche volta la destra, prevalentemente la sinistra. Addirittura, attraverso il fermo immagine poi riproposto da 'Striscia la notizia', si vede chiaramente che la Pelafiocche ha effettivamente una scritta nera sul palmo della mano destra. Mentre la Pelafiocche sta applaudendo con il palmo della mano sinistra aperto in favore di telecamera, sembrano evidenziarsi alcune scritte, almeno tre, all'interno della sua mano sinistra. Appare del tutto consequenziale che il telespettatore medio possa trarre il forte sospetto, se non addirittura il convincimento, che quanto la concorrente andava leggendo durante la trasmissione all'interno delle sue mani era in qualche modo legato allo svolgimento del gioco. E' evidente infatti che se le scritte avessero riguardato altro argomento, non vi era ragione perchè la concorrente le leggesse, ripetutamente, proprio durante lo svolgimento del gioco e la registrazione del programma".
"Nè un qualche ausilio di chiarezza - si legge nel provvedimento - è giunto dall'esito della conferenza stampa tenuta dal querelante Del Noce, il quale ha escluso che l'episodio potesse interpretarsi come sintomatico della non regolarità del gioco, dato che la concorrente, con iniziativa del tutto personale, poteva aver annotato i suoi numeri fortunati sul palmo della mano. A prescindere dalla valutazione nel merito di tale giustificazione (che a onor del vero è smentita dalla stessa Pelafiocche, la quale in successive interviste apparse sui mezzi d'informazione ha dichiarato che sulla mano aveva annotato i numeri degli altri concorrenti, che temeva si potessero cancellare) e attenendosi al solo dato obiettivo di quanto accaduto in trasmissione, non considerano i querelanti un aspetto decisivo della vicenda, e cioè che in una trasmissione televisiva in cui vengono distribuiti premi in denaro e che dichiaratamente ambisce ad assumere di fronte al pubblico crismi di serietà e trasparenza, tanto da prevedere in studio la presenza di un notaio, occorre che la casualità del gioco sia garantita non solo sul piano della sostanza, ma anche sul piano dell'apparenza. Non si vedrebbe altrimenti la ragione di tenere un notaio in studio, peraltro constantemente chiamato in causa dal conduttore".
"E' dunque onere dei responsabili del programma - conclude il primo punto del provvedimento - scongiurare provvedimenti tenuti in trasmissione dal pubblico e dai concorrenti, idonei a ledere l'immagine di serietà e regolarità del gioco. Altrimenti, è inevitabile che possano essere sollevati dubbi e sospetti: nella situazione descritta è fuori discussione che la critica sia avvenuta su presupposti di fatto fondati e inoppugnabili. Quanto al linguaggio adoperato nelle puntate incriminate di 'Striscia la notizia', lo stesso appare rispettoso dei limiti della continenza formale e con i caratteri peculiari della satira".
In merito all'insolita frequenza che vede i super-pacchi da 500 mila euro e 250 mila euro di "Affari Tuoi" in gioco fino all'ultimo, si dà ragione agli esperimenti statistici organizzati da Codacons e Adusbef: "l'esperimento compiuto alla presenza di un notaio, il diverso risultato statistico che emerge in trasmissioni televisive che usano l'identico format di 'Affari Tuoi' (ad esempio in Spagna), sono tutti dati obiettivi la cui divulgazione al pubblico è funzionale non già a gettare gratuito discredito, ma a dare spiegazione, contenuto e fondamento alla tesi critica rivolta alla trasmissione".

da "digital-sat"

SI PREPARA IL RITORNO DI RAFFAELLA

Raffaella Carrà tornerà in tv a ottobre: lo ha annunciato la stessa show-girl alla presentazione di 'Raffica Carra'', un cofanetto di due Cd e un Dvd con tutte le sigle televisive dei suoi programmi, che uscirà nei negozi il 30 novembre. La Carrà ha spiegato di aver avuto contatti con il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce, ma non ha voluto rivelare né il titolo né i contenuti della trasmissione che la vedrebbe rientrare in Rai dopo 'Amore', il programma dello scorso anno sulle adozioni a distanza. "Non mi voglio sostituire a Del Noce, è giusto che sia lui a fare l'annuncio". "Voglio preparare questo programma molto bene - ha detto la Carrà -, io in Tv faccio un lavoro durissimo. A sostenermi è il peso della preparazione. Aspetto che Del Noce mi possa ritelefonare e di poter firmare il contratto". Nel frattempo, la Carrà potrebbe fare un'incursione nel programma di Gianni Boncompagni e di Gianni Benincasa, 'Bombay' su La7.
Qui sotto il video di una Raffaella Carrà che nel 1978 cantava "Tanti Auguri" come sigla di apertura del programma della Rai "Ma che sera"

mercoledì 28 novembre 2007

MENTANA E LERNER SE NE DANNO....

Botte da orbi fra Chicco (Mentana) e Gad (Lerner). Sul duopolio. Ma anche sullo share. E poi sul «giornalismo ruffiano» (che ovviamente Lerner individua nel conduttore di Matrix) e su quello «noioso» (che ovviamente Mentana individua nel suo rivale). Tutto parte da una rubrichetta al curaro che Lerner cesella sul suo sito Gadlerner.it. Poche righette affilate per togliersi un sassolino contro il giornalista di «Canale 5». Infatti Gad racconta di essere tornato a casa dopo il suo programma, di essersi messo a fare zapping e di essersi arrabbiato una volta arrivato a Matrix: «Davvero istruttivo saltellare fra Vespa e Mentana che stanno facendo la stessa trasmissione...». Perchè, vi chiederete voi? Perché Lerner vede i due talk show concorrenti uno come la fotocopia dell’altro: «Faceva impressione - accusa - quel loro modo ruffiano e affine di intendere il giornalismo televisivo. A un certo punto il più impettito fra i due conduttori quello coi capelli tinti - scrive perfido Lerner - ha sgridato un’ospite che manifestava dubbi sull’utilità della trasmissione: non capisci che serve per mettere in guardia i genitori sulle cose brutte che rischiano di fare i loro figli?». La conclusione della «visione comparata» lerneriana è affilata come un rasoio: «Ho pensato che lo scoop di La Repubblica è meritorio ma solo perché certifica una situazione risaputa. Certo Berlusconi ha piazzato in Rai dei suoi dipendenti diretti, quando ha potuto. E ci sono un paio di direttori di rete e di tg che hanno sempre mantenuto il cuore Mediaset anche quando lavoravano in Rai». Però... «Guardando la tv - aggiunge Lerner rincarando la dose - ieri sera mi è venuto in mente però che il duopolio collusivo Rai-Mediaset funziona col pilota automatico, anche senza bisogno della solerte Debora Bergamini».Il carteggio sarebbe forse rimasto confinato nel sito del conduttore de «La7», se con non meno malizia dell’estensore, Roberto D’Agostino non lo avesse «carrozzato» di foto e titoli per imbandirlo come boccone ghiotto nel menù giornaliero del suo sito, Dagospia A quel punto i due infiorettati rispondono in maniera opposta. Vespa olimpicamente glissa. Mentana invece decide che nessuno può impunemente farlo oggetto di cotanto affronto. Così - a stretto giro di posta - prende carta e penna e scrive una feroce rispostina chiedendo ospitalità sul sito del giornalista: «Gentile Dagospia, leggo sul suo sito la bella lezione di giornalismo e di vigilanza anti-duopolio collusivo di Gad Lerner, che mercoledì scorso ha scoperto me e il suo amico Vespa intenti a trattare lo stesso argomento. Smascherato, voglio citare gli altri complici di questo complotto...». Mentana cita a discarico titoli dei grandi quotidiani. Poi affonda anche lui il coltello sul programma del collega: «Lui che è un vero giornalista su cosa ha incentrato la puntata? Seguo le sue dritte: sul prezzo del petrolio che ha sfiorato i 100 dollari? Sull’imminente conferenza di pace per il Medio Oriente? Sulle drammatiche elezioni libanesi, visto che abbiamo lì migliaia di soldati italiani? Sulla frenetica diplomazia degli incontri fra Veltroni, Fini e Berlusconi? No - conclude Mentana - lui non se ne è occupato: né di quegli argomenti, né del duopolio Rai-Mediaset». L’affondo finale non è meno feroce, e punta il dito sull’Auditel de L’Infedele: «Gad Lerner dà lezioni che nessuno, nemmeno lui segue: come il suo programma».
Luca Telese per "Il Giornale"

martedì 27 novembre 2007

BONOLIS E PANICUCCI SOTTO L'ALA DI LUCIO PRESTA

Come la versione postmoderna di un Ciarrapico, Lucio Presta, l'agente di Paolo Bonolis e tanti altri, è l'unico che riesce a incarnare ancora il genio andreottiano dei «due forni» in un mercato della tv che invece pare più che mai unico. In questo periodo Presta viene segnalato spesso dalle parti di viale Mazzini: ha appena portato a Del Noce il Benigni dantesco chè subito si è sentito chiedere di Bonolis, e come ha accennato a Raidue di Amadeus è saltato fuori il nome di Federica Panicucci. Tra un forno e l'altro, Presta avrebbe strappato a Canale 5 l'impegno di un rientro in pompa magna tra le Strenne di Publitalia per Amadeus, la garanzia che nel nuovo Pupa e Secchione non manchi la Panicucci. E ha portato a casa anche una bella mossa di protezione per Ciao Darwin che si sposta al sabato sera, evitando l'impatto diretto con Milan-Juve il 1° dicembre e l'imbarazzante confronto con gli ascolti di una puntata clou di C'è Posta per te, visto che Maria De Filippi è stata convinta controvoglia (non ha mai perdonato a Bonolis uno sgarro personale) a chiudere con un' imprevista antologia de «il meglio di». C'è da dire che, alla faccia di tante chiacchiere, Bonolis ha dimostrato di essere sempre il grande mago della tv popolare. Peccato che poi si ostini a fare il furbetto del quartierino fingendosi filosofo del Senso della Vita. I bene informati dicono che Mediaset non lo voglia proprio perdere, o che PierSilvio Berlusconi abbia già addirittura esercitato l'opzione sul rinnovo del contratto d'esclusiva. Si prepara dunque un'altra bella iniezione sugli 8 milioni di euro per Presta e il suo Paolino fino al 2010. Certo, ci sono poi tanti se e tanti ma che vanno aldilà del denaro e riguardano la promessa di una striscia quotidiana nella ricca fascia del cosiddetto «access prime-time». Peccato che sia lo spazio di Striscia la notizia e immaginare oggi una coabitazione è difficile. Ricci e Bonolis si sono pestati metaforicamente a sangue per mesi. E poi che programma potrebbe fare? E'vero che adesso la Endemol è entrata nell'orbita di Mediaset ma sui pacchi di Affari Tuoi Raiuno in teoria ha l'esclusiva fino a metà 2009. Le sorprese potrebbero non mancare.
Paolo Martini per “La Stampa”

sabato 24 novembre 2007

TORNA LA RUOTA DELLA FORTUNA SU ITALIA UNO

«Ahi Ahi ahi, ma la lettera Q è stata già detta... stia più attenta...». Con un battipanni in mano o un martelletto, a volte persino un badile, il grande Mike apostrofava i concorrenti disattenti che si facevano sorprendere a richiedere una lettera già uscita oppure a indovinare la frase quando non era ancora tempo. Ora la Ruota della Fortuna, lo storico quiz importato dall’America, torna in video, ma senza lo showman che l’ha capitanato per quasi quindici anni, fino al 2003. Via le indimenticabili gaffes del presentatore e i siparietti maliziosi con Antonella Elia. Riveduta e corretta in chiave moderna (e ora di proprietà Endemol), la ruota viene affidata a uno dei suoi nipotini, Enrico Papi e alla sventolona Victoria Silvstedt. Andrà in onda su Italia Uno, tutte le sere dal lunedì al venerdì alle 20,30, a dicembre e gennaio.
Direttore Luca Tiraboschi, come mai uno show di stampo così antico sulla rete giovane di Mediaset?
«Perché è stato scelto un taglio moderno, nella versione che va in onda in Francia, adatta al pubblico della mia rete. Nuovi la regia, l’uso delle luci, lo stile più spiritoso delle soluzioni e diverso anche il rapporto tra la valletta, molto più partecipe, e il conduttore. Speriamo di avere con noi Victoria Silvstedt (suoi impegni permettendo), che già è presente nello show francese. Lei e Papi saranno uno spasso».Ma Mike non si è arrabbiato? Continua a dire che Mediaset lo vuole emarginare...«Veramente lo abbiamo invitato nella prima puntata, a darci la benedizione e passare idealmente il testimone a Papi. Mi pare che lui sia contento che la Ruota sia di nuovo in vita».
Come mai non è stata assegnata a Retequattro che, avendo un pubblico più anziano, forse avrebbe incontrato più favore?
«Proprio perché pensiamo che tra i giovani possa funzionare. E anche per dare un cambio al gioco Prendere o lasciare, che tornerà in Primavera».
Che non fa grandi risultati...
«Come no? In quella fascia oraria lì (alle 20,30) con la forte concorrenza di Affari tuoi e Striscia, va più che bene».
Che altro c’è di nuovo a dicembre e gennaio?
«Quattro nuove produzioni, in onda ognuna una sola sera, probabilmente al martedì. In Scappati con la cassa, la banda delle iene va alla ricerca di persone che hanno lasciato sul lastrico i loro soci (conduce Sabrina Nobile). Una versione del karaoke, presentato da Amadeus, in cui si va avanti se si canta bene un brano. Ancora Mi raccomando (con Federica Panicucci), sorta di candid camera in cui bambini di 5 o 6 anni vengono seguiti mentre svolgono un compito per loro complicato. Infine Sconfiggi le bionde, quiz in cui un concorrente deve confrontarsi con 50 ragazze, appunto bionde e, nel luogo comune più ovvio, considerate delle oche (conduce Papi)».
C’è spazio per la musica?
«Tre grandi appuntamenti: il concerto dei Genesis al Colosseo, quello della Pausini a San Siro e di Elisa al Forum più il film dei Negramaro».Cinema e serie...«Rimandiamo tutti i sei film di Guerre stellari nella sequenza cronologica della storia. Camera Café passa in prima serata e arriva l’attesa serie “24”, che insieme a Csi, formerà una serata crime al venerdì».
Novità di Primavera?
«Il Bivio, il programma di Enrico Ruggeri, sarà promosso in prima serata, arriva la serie Closer. Tornano, dopo Sanremo, Buona la prima con Ale e Franz e Mai dire Grande fratello».
Ma che porterà Italia Uno, nella stagione autunnale, a scendere da terza a quarta rete nazionale, superata da Raidue, sua diretta concorrente...«
A parte il fatto che è già capitato che in autunno, con la forza dell’Isola dei famosi, Raidue batta Italia Uno, ma conto, alla fine del 2007, di risultare terza rete nell’anno solare come accaduto sempre negli ultimi cinque anni».
Intanto, molti appassionati delle serie si sono irritati per chiusure e spostamenti..«
Lo so, e mi scuso ancora con loro. Ma non si poteva fare diversamente. Una volta perso il Dr House , che compensava gli ascolti di altre serie meno forti sperimentate in prime time, abbiamo dovuto spostarle. Heroes è andato bene in seconda serata, Una mamma per amica andrà in onda in onda dal 5 gennaio il sabato alla 19. E comunque abbiamo nel cassetto serie molto belle per la Primavera di cui i nostri spettatori saranno contenti. Ugly Betty invece tornerà a giugno».
Laura Rioper "Il Giornale"

venerdì 23 novembre 2007

TELEVISIONE: CADE IL TABU' DEL PRESERVATIVO

Il tabù è vinto. Preservativo, la «famigerata» parola, si pronuncerà: in tv, su tutte le reti, comprese quelle seguite dai più giovani. Non c’è tempo da perdere, non si può più girare attorno alle parole: gli ultimi dati sulla diffusione dell’Aids sono preoccupanti. Sono circa 4000 le nuove infezioni da Hiv registrate ogni anno in Italia, in pratica, più di una ogni due ore. «Finora nelle campagne di sensibilizzazione - dice la regista Francesca Archibugi che oggi girerà lo spot all’aeroporto di Roma - in televisione si parlava di sesso sicuro, mai si era usato il termine preservativo. Ci sono state alcune resistenze. Le abbiamo vinte. C’è stato molto di aiuto il ministero della Sanità che lo ha prodotto».
La campagna dal 6 gennaio. La testimonial è Ambra, che ricorderà le cifre del fenomeno. Lo spot è come un mini-film con due coppie: i due giovani hanno una storia e sono interpretati da Niccolò Senni e Giuditta Avossa; i due adulti invece hanno avuto un rapporto occasionale e sono Cecilia Dazzi e Paolo Romano nei panni di due passeggeri. Due ragazzi entrano nella farmacia dell’aeroporto di Fiumicino. Lui si vergogna, non vuol comprare i preservativi, si fa avanti lei allora. E fanno venire in mente di comprarli anche all’altra donna, che scambia un sorriso con l’uomo con cui, come canta dice Lucio Dalla, s’era scambiata la pelle. A quel punto tutti i passeggeri vanno a comprare preservativi, l’imbarazzo è superato. «Io—dice Archibugi—non faccio pubblicità volentieri, sono l’unica che non ci crede in un mondo che ci crede. Ma questa è un’occasione in cui mi sento di crederci anch’io. C’è un picco di contagio, soprattutto tra gli eterosessuali. Ho due figlie adolescenti di 19 e 15 anni, e da noi se ne parla senza problemi, è una cosa di cui sono perfettamente informate. Però non è così in tutte le famiglie, è considerata una malattia della vecchia generazione, come il vaiolo, che non c’è più». I media insistono sulla peggio gioventù, il bullismo a scuola sui più indifesi, gli omicidi efferati. «Dei veri pericoli non si parla mai. Penso ai bambini morti per incidenti domestici. E sulle malattie trasmissibili sessualmente, che portano alla sterilità o all’Aids, c’è come una cappa moralistica, scopri che l’ignoranza è enorme». L’astinenza sessuale è «l’unico modo sicuro per combattere l’Aids», ha detto il presidente Usa George W.Bush alla Giornata mondiale della lotta All’Aids. «A parte la gaffe di Bush, c’è sempre qualcuno che pensa di uscirne con l’idea dell’amore romantico ».
Si aspetta reazioni negative dalla chiesa? «...Spero di no». Francesca, lei ha mai avuto amici morti di Hiv? «Ho vissuto dei grandi dolori di rimbalzo, sono venuti a mancare amici di amici. Mi sembra un’ottima cosa che si ricominci con una campagna informativa governativa che negli ultimi anni era stata quasi abbandonata. Il fatto che siano venuti da una regista, senza ricorrere a un’agenzia di pubblicità, chiedendo un taglio narrativo più che la frase a effetto, è un segnale importante. Bisogna arrivare al cuore del problema da un punto di vista diverso, far passare il concetto in modo non astratto. Avere il preservativo in tasca, è sempre meglio che non averlo».

Valerio Cappelli per "corriere.it"

giovedì 22 novembre 2007

BONOLIS: MEGLIO IL SABATO O LA RAI?

"Ciao Darwin", con Paolo Bonolis e Luca Laurenti trasloca al sabato sera.Sembra quasi una scelta obbligata per Canale 5 che vuole mantenere gli standard di successo che Maria De Filippi e il suo "C'è posta perte" hanno ancora una volta centrato in questa stagione. Dati alla mano, la De Filippi ha sempre vinto la gara degli ascolti, imponendosi con uno share medio che sfiora il 30% sul target commerciale.
Così ha fatto Bonolis che, tornato al format del suo programma di maggior successo sulle reti
Mediaset, ha sempre tenuto testa e talvolta superato il competìtor di Raiuno, raccogliendo uno share medio di quasi il 23%, quando magari se la doveva vedere contro "Gente di Mare" o le partite di Champions pigliascolti sui canali Sky. Una promozione quindi ma che lascia un po' d'amaro in bocca al presentatore che contro tutti e tatto ha accettato di giocarsela al martedì sera, invece di vedersi collocato in una giornata meno difficile. «Non ho nulla in contrario», dichiara Bonolis, «anche se abbiamo dimostrato di essere concorrenziali e vincenti di martedì». D'altronde le esigenze della tv commerciale sono precise: piazzare Bonolis al sabato significa vendere gli spazi con previsione di raccolta pubblicitaria ben superiore rispetto al martedì. Ma Bonolis, al di là delle dichiarazioni di circostanza, comunque non c'è rimasto bene. Ha fatto il diavolo a quattro per affermarsi di martedì. C'è riuscito e adesso lo spostano al sabato. Questa ricollocazione garantisce, da una parte, sì la tenuta degli ascolti, madall'altra in qualche modo svilisce lafigura dello stesso Bonolis che si vede comunque utilizzato come un tappabuchi per la ragion di Stato del Biscione.
Una mossa che non piace e chi conosce Paolino sa che certi modelli di strategia riaprono inesorabilmente il tema del suo ritorno in Rai, «Ma in proposito non c'è nulla di vero», si affretta a smentire lo stesso Bonolis. Sarà. Intanto sembra che "Il senso della vita", programmato a primavera dovrà scontrarsi con la reticenza di Maurizio Costanzo a lasciare la seconda serata del suo "Costanzo Show". Ma c'è qualcos'altro. Roberto Benigni sta per riportare la rilettura di Dante su Raiuno, giovedì 29 novembre, in prima serata. Un appuntamento attesissimo e preceduto dai risultati stellari raggiunti dal comico qualche anno fa quando, alle prese con i passi della Divina Commedia raggiunse il 46%. I tempi sono cambiati ma, secondo gli analisti, potrebbe configurarsi una serata da 35-38% per la prima Rete della tv di Stato.
E quella sera,
Mediaset controprogramma la fiction più forte del suo palinsesto: "Il capo dei capi", ispirato alla vita criminale dell'ex capo di Cosa Nostra, Tote Riina. Com'è noto, il Benigni televisivo è gestito da Lucio Presta, lo stesso agente di Bonolis. Presta avrebbe ricevuto diverse pressioni da Mediaset per cercare di convincere Viale Mazzini a ripensare la collocazione della lettura dantesca di Benigni. Ma nulla da fare. E i rapporti sembra siano diventati più tesi. Questo è lo scenario attuale. La Rai attende il sì di Bonolis forse intuendo che l'atmosfera sarebbe propizia per il grande ritorno.
Fabio Santiniper "Libero"

martedì 20 novembre 2007

E' GAY, IL PRETE LO CACCIA

È gay, partecipa al programma televisivo «Ciao Darwin» che andrà in onda martedì sera, e il parroco lo caccia dal coro della chiesa. Tutto accade a Este, in provincia di Padova, ed è il quotidiano «Il Mattino di Padova» a raccontare la storia di Alberto Ruggin vent'anni, un passato di capochierichetto e di catechista, tra i fondatori del Circolo delle Libertà di Este, che non si vergogna e ritiene di aver fatto la cosa giusta, ma non tutti sono d'accordo con lui.
Ruggin ha dichiarato apertamente di essere gay, partecipando al programma tv di Paolo Bonolis
nella squadra degli omosessuali che sfida gli eterosessuali. Ma il parroco della chiesa nella quale Ruggin, cantava nel coro, ha ritenuto che la sua omosessualità fosse motivo di esclusione dal gruppo. Ruggin, residente a Este, paese che in passato era una delle roccaforti del Veneto «bianco» ha raccontato che dopo aver fatto outing sulla sua natura sessuale in seguito alla partecipazione a «Ciao Darwin», il giovane, che da sempre partecipa alle attività della parrocchia della basilica delle Grazie - ex capochierichetto e catechista e da sette anni voce nel coro della chiesa - ha spiegato che il parroco, don Paolino, lo avrebbe invitato a non farsi più vedere alla corale a causa della sua omosessualità. «Lasciamo perdere queste cose», si è limitato a dire laconicamente il parroco.
Il sacerdote, stando al racconto di Ruggin al quotidiano, avrebbe circoscritto la reprimenda alla partecipazione al coro, non vietando al giovane di prender parte alla messa. La storia di Ruggin, tra i fondatori del Circolo delle Libertà di Este, ha destato scandalo nel paese, dividendo gli stessi compagni di partito del ragazzo fra posizioni solidali e prese di distanza sul modo pubblico scelto per rendere note le sue preferenze sessuali.
Digital-sat.it

lunedì 19 novembre 2007

LE PREVISIONI DEL TEMPO AL MASCHILE

L'era dei tronisti sembra ormai destinata a tramontare. Nelle pagine dei rotocalchi femminili, fino a poco tempo fa regno incontrastato dei belloni lanciati da "Uomini e donne", cominciano ora a comparire altri giovanotti niente male: non belli e impossibili come quelli di Maria De Filippi ma belli e accessibili, con un cervello funzionante oltre ad un fisico atletico. Tanto da essere stati presi in squadra da un giornalista stimato come Emilio Carelli. Sì, stiamo parlando proprio dei mezzobusti di Sky Meteo 24, il canale che trasmette previsioni del tempo 24 ore su 24: nei giorni scorsi sia "A", il settimanale diretto da Maria Latella, che "Vanity Fair" hanno infatti parlato di questi giovani, fascinosi ed eleganti meteorologi che sembrano destinati a soppiantare, almeno nei gusti dei telespettatori, autorevoli colonnelli dell'aeronautica come Mario Giuliacci o Massimo Morico. A cominciare dal fiorentino Lorenzo Tedici, 38 anni, laureato con il massimo dei voti in Scienze Geologiche, indirizzo idrogeologico/climatologico, volto di Sky Meteo 24 fin dal primo giorno di messa in onda dopo aver lavorato come meteorologo per diversi enti come l'A.R.S.I.A della regione toscana e l'Arpa Piemonte. Capelli scuri e occhi castano-verdi, è lui il vero erede di Bernacca: scorrendo i commenti che si trovano in rete, ci si accorge infatti che non è solo la sua bella presenza a colpire il pubblico televisivo, ma anche e soprattutto la sua professionalità, la capacità di illustrare le previsioni senza ricorrere al gobbo e la chiarezza delle sue spiegazioni, anche se c'è chi gli rimprovera di essere un po'... "imbalsamato".
Un'accusa che non può essere fatta a Luca Ciceroni, ragazzone ventinovenne di Casalborsetti, in provincia di Ravenna, romagnolo D.O.C, con occhioni azzurri e sorriso accattivante, che lo scorso dicembre ha stupito i telespettatori presentandosi in video... con il cappello da Babbo Natale! Laureato in Fisica dell'Atmosfera e Meteorologia, già collaboratore del Cnr di Bologna nei laboratori dell'Isac-Istituto delle Scienze Atmosferiche e del Clima, sembra aver fatto davvero strage di cuori tra chi lo guarda in
tv, almeno a giudicare dai commenti sul suo conto postati nei vari blog sul web, dove viene di volta in volta definito "una bella visione", "bello con la B maiuscola", "un gran gnocco", addirittura "l'uomo più figo e intelligente di tutta la televisione italiana".
Lusingato dal fiume di complimenti che lo inonda su internet e non solo, il bel Luca non disdegna di parlare di sé, dicendosi single dopo una storia di due anni che lo ha «segnato profondamente» e mostrando senza paura il suo lato romantico nel raccontare che la sua serata tipo consiste in «una cena a lume di candela», meglio se a base di cibo etnico, e che al primo appuntamento «ci si guarda negli occhi». Se Ciceroni conquista con la sua aria da palestrato, Riccardo Cresci, il più giovane del gruppo - ha appena 24 anni - spopola per la sua aria da bravo ragazzo, la sua dolcezza e soprattutto la sua simpatia, tanto da essere stato soprannominato dalle sue fan "meteo allegro".Laureato in Marketing alla Lumsa di Roma, arrivato a Sky Tg 24 nel giugno scorso dopo aver lavorato in tutt'altro campo (era al coordinamento della Piccola Accademia della Comunicazione e dello Spettacolo fondata da Stefano Jurgens), nonostante non sia un meteorologo sa leggere le carte isobariche e le sinottiche, segue i satelliti e sogna di condurre un programma «per spiegare ai bambini la meteorologia e il rispetto dell'ambiente». Vivace, brioso, solare, Rick - come ama firmarsi - parla inglese e francese, pratica un sacco di sport (tennis, squash, nuoto e pallanuoto, ma solo «quando ne ho voglia») e ama le feste che si prolungano fino all'alba. Ma, soprattutto, ha una passione smisurata per "Il pranzo è servito": è infatti lui ad aver creato il sito www.ilpranzoeservito.it in collaborazione con Mirko Simionato e ad aver promosso una vera e propria campagna per convincere Mediaset a riportare in
tv il programma lanciato da Corrado nel lontano 1982.E non provate a criticarlo per il suo look serioso: vi risponderà come ha risposto a "Vanity Fair", dicendo che «non posso indossare un abito Dolce e Gabbana o avere un taglio di capelli stile tronista: non mi guardano solo le trentenni, ma anche mia nonna». Insomma, che siano amati per la loro classe, il loro sorriso o la loro simpatia, con meteorologi così è davvero un piacere guardare le previsioni del tempo. Anche quando sono previste piogge e tempeste.
Donatella Aragozzini per "Libero"

domenica 18 novembre 2007

SERVIZIO PUBBLICO, UN LENTO SUICIDIO

Il Servizio pubblico sta morendo per stupidità, per ignavia, per incompetenza, non per un perverso disegno politico. Giorno dopo giorno, il Servizio pubblico sta dilapidando il suo patrimonio storico al punto da mettere in forse la sua stessa esistenza. Perché bisogna pagare il canone per programmi come Unomattina, Occhio alla spesa, Piazza grande. Festa italiana, L'Italia sul Due, La vita in diretta, Ricomincio da qui e tanti altri? Non ho niente contro i reality (se usati con intelligenza sono pur sempre un modo nuovo di fare tv) ma perché ben due programmi, L'Italia sul Due e La vita in diretta, devono occuparsi dell'Isola dei famosi? Perché il Servizio pubblico, invece di rappresentare la realtà in cui viviamo, sta soffocando in gioco sempre più perverso di autoreferenzialità, dove la tv non fa altro che parlare di tv? Alle volte, si ha l'impressione che i membri del Cda della Rai e i suoi massimi dirigenti non guardino i programmi che vanno in onda. Sì, magari la sera getteranno un occhio sulla gara di ballo o sui fuoriclasse di Carlo Conti, non si perderanno una puntata di Annozero o di Ballarò per vedere come sono stati trattati i loro referenti politici, ma, ripeto, l'impressione è che non guardino i programmi. Per dire, Raiuno ha trascorso il pomeriggio di giovedì a parlare del fratello di Manuela Arcuri, di Alessandro Cecchi Paone (che, tra l'altro, lavora per la concorrenza), del delitto di Perugia. Tutti i giorni così. Mi piacerebbe sapere se il direttore generale è a conoscenza del fatto che il guru dei pomeriggi di Raidue è tal Alessandro Meluzzi, uno che ha già sposato tutte le cause sposabili e che di recente si è autoproclamato portavoce di don Gelmini. Ecco, il Servizio pubblico si decompone così, nelle pieghe della quotidianità, la sua vita in diretta non è altro che l'impazienza di decadere.
Aldo Grassoper "Il Corriere della Sera"

sabato 17 novembre 2007

GIANFRANCO FINI ATTACCA MEDIASET

Gianfranco Fini non ci sta più: il leader di Alleanza Nazionale - come riporta la stampa - si è sfogato pubblicamente contro il perpetuato attacco mediatico a lui rivolto dalle testate del gruppo Mondadori-Mediaset, il cui azionista di riferimento è Silvio Berlusconi. "La misura è colma, stamattina ho chiamato Berlusconi e gliel'ho detto in faccia", avrebbe dichiarato Fini stando a quanto scrive stamane La Repubblica. Oltre a motivi puramente politici, ad infiammare la situazione ci avrebbe pensato la pubblicazione di notizie riguardante la sua nuova compagna Elisabetta Tulliani su Chi (Mondadori), unito al servizio di Striscia La Notizia (Mediaset) di mercoledì scorso in cui si raccontava in modo ironico la vecchia relazione della Tulliani con Luciano Gaucci. A questa e a tutte le accuse ha risposto la presidenza Mediaset con un comunicato ufficiale, che riportiamo qui di seguito nella sua interezza: «La presidenza di Mediaset esprime una netta presa di distanza dagli eccessi giornalistici e satirici, anche in programmi Mediaset, che hanno colpito negli ultimi giorni la vita privata di Gianfranco Fini. La derisione che si trasforma in dileggio non è accettabile nei confronti di scelte sentimentali che non hanno alcuna attinenza con la vita pubblica del Paese, e in particolare se ci sono nuove vite in arrivo. Nello stesso tempo la presidenza Mediaset respinge nel modo più assoluto il sospetto di un disegno politico-editoriale orchestrato dal gruppo Fininvest ai danni del presidente di An. Avanzare sui giornali ipotesi del genere significa fare un torto all’autonomia di Silvio Berlusconi e da Silvio Berlusconi. A volte, semplicemente, la polifonia editoriale che ha sempre contraddistinto il nostro Gruppo rischia di trasformarsi in cacofonia. Sono i rischi della libertà». A rincarare la dose ci ha pensato anche Antonio Ricci, che ha fatto pervenire una stringata nota: «Abbiamo fatto satira come l'abbiamo fatto su Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Walter Veltroni. La satira per definizione è satura».
Giorgio Scorsoneper "Digital-Sat.it"

giovedì 15 novembre 2007

PIERSILIVIO BERLUSCONI VOLEVA BIAGI

«No, non mi faccia usare la parola nostalgia. Però, se devo dirle proprio cosa mi manca, forse una tv dai ritmi meno frenetici, magari meno ricca ma con appuntamenti più cadenzati e più sentiti dal pubblico».

Il Pier Silvio Berlusconi che non ti aspetti. Mediaset, di cui è vicepresidente, passa per la televisione non soltanto generalista per eccellenza, ma superficiale, anticulturale, magari pure volgare, creatrice di quel fenomeno trash che per gli aficionados si chiama solo Gieffe e per i profani è il Grande Fratello, con tutto il corollario di Fattorie, Stalle e Isole dei famosi che ne deriva. Ecco.

Ti aspetti un Pier Silvio in linea con tutto questo. Magari anche un po' cinico. E invece: «Vede questi due piccoli oggetti d'argento, qui, sulla scrivania? Me li regalò Corrado quando si sposò, nel 1996. Io avevo iniziato da poco a ad occuparmi a fondo di tv, e avevo preso l'abitudine di andare almeno una volta al mese da lui, a Roma. Pranzavamo insieme, ci intendevamo al volo e i suoi consigli mi hanno aiutato a capire la televisione. Già allora avevo rapporti con tanti personaggi. Ma spesso ero soprattutto io a dover risolvere problemi».


Che tipo di televisione le piaceva guardare, da bambino?«Da bambino guardavo poca televisione, quasi solo trasmissioni sulla natura e gli animali. Mi piacevano i documentari di Jacques Cousteau. Sognavo di vivere e lavorare in mare come lui. Tanto è vero che il mio primo rapporto diretto con la tv è capitato partecipando a una trasmissione dedicata agli animali. Andai con il mio cane. li programma si chiamava "EArca di Noè", lo trasmettevano su Telemilano 58 e, me lo ricordo ancora, c'era un veterinario che si chiamava Delfi Carri».


Poi è finito a fare il vicepresidente del maggiore gruppo televisivo privato. Non deve essere poi così male...«Il mio rapporto con la tv è cambiato radicalmente già a tredici anni: mio padre mi chiese di assistere ai cosiddetti "Comitati programmi" di Arcore, dove si parlava di contenuti, pubblicità, tutto quello che riguardava Canale 5, nata due anni prima».


Ora cosa le impedisce di produrre una tv con più documentari alla Cousteau?«Tutto nella vita è cambiato, è diventato più veloce. E anche il pubblico è cambiato: persino i bambini, oggi, hanno i dvd, la playstation, il computer... Quindi, una televisione con i ritmi di una volta non avrebbe senso. In più, i telespettatori sono sempre più esigenti, in grado di scegliere, selezionare, giudicare. Insomma, nostalgia a parte, la realtà è che la tivù di oggi è migliore rispetto a quella del passato».


Probabilmente, l'offerta di Mediaset è la più ampia e diversificata d'Europa. Ma non sempre la quantità vuol dire qualità.«Sono d'accordo. Però credo che la qualità in senso assoluto non sia definibile. Un programma può piacere o non piacere, dipende dai gusti personali. In televisione, la qualità è l'attenzione ai dettagli, la cura del prodotto, la capacità di innovare programmi già affermati che solo con un grande sforzo diventano ogni anno appuntamenti irrinunciabili. Prenda i reality show. Il Grande Fratello può non piacere, certo, ma è un programma fatto bene, con un grande lavoro alle spalle. Non solo è tecnicamente curato, ma è realizzato con evidente sensibilità editoriale. Dopodiché, come si dice: non tutte le ciambelle vengono col buco...».

Esempi?«Se le dicessi cosa cambierei, poi cambiare davvero diventerebbe più difficile».


Provo a fare un esempio io, allora. Enzo Biagi l'avrebbe fatto lavorare a Mediaset?«Assolutamente sì».


Davvero?«Sì, perché concepisco la tv come uno specchio del nostro Paese, dove tutto viene rappresentato per quel che è, nella massima libertà. Quando penso a chi fa televisione non mi pongo il problema delle sue posizioni politiche».


In televisione lavorano molti artisti di sinistra?«Veramente, a me non sembra. Poi, se lei m parla della satira, forse è una questione di tradizione, dell'ambiente in cui i comici si formano. Ma, le ho detto, non sono questi i problemi che ci poniamo, quando pensiamc ad un programma. Le "Jene" sono di sinistra? Di sicuro non sono mai a senso unico. A me interessa solo che realizzino un buon prodotto. Come editori vigiliamo (non è che non vigiliamo, eh!) solo dal punto di vista della qualità editoriale. In Mediaset, de Costanzo a Mentana, la libertà è sotto gli occhi di tutti».


Nel borsino dei conduttori, verrà un giorno in cui conteranno anche l'istruzione, la conoscenza dei congiuntivi, cose di questo tipo?«Il perché del successo di un personaggio televisivo non può essere schematizzato. Bonolis ha un grande carisma e anche un'evidente formazione culturale. Fiorello ha un talento straordinario e capacità di improvvisazione. Maria De Filippi è diversa da tutti: conduce in maniera insolita e sa arrivare alla gente, racconta storie meglio di chiunque altro. E poi Gerry: il pubblico di lui si fida».

A proposito di curriculum. Se uno che si chiama Silvio Berlusconi decidesse di farla finita con la politica e tornare al suo primo amore, un posto glielo troverebbe, qui dentro? Pier Silvio ride. «C'ha creato lui, tutto questo!». Poi si fa serio. «Non credo che mio padre lascerà mai la politica. So che la televisione è parte di lui, nella testa e nel cuore. Ma oggi la sua vita è altro».

Mario Prignanoper "A"

mercoledì 14 novembre 2007

BONOLIS CONTRO COSTANZO

Il duello ai ferri corti tra Paolo Bonolis e Maurizio Costanzo prosegue. Il conduttore coi baffi non ne vuole sapere di mollare uno spazio al suo concorrente. Nemmeno i santi del Paradiso dello spot Lavazza questa volta possono aiutare Paolo, che in verità si aspettava più coccole dal Biscione, gentile con lui, a onor del vero, solo al momento della firma del nuovo megacontratto. Proprio da lì sono cominciate le vicissitudini di Bonolis, che per invidia ha cominciato a perdere gli amici. La sua scalata alla gloria di Mediaset è stata tutta in salita. E nemmeno adesso che con “Ciao Darwin” vince la serata riesce ad avere un po' di riconoscenza. Il suo “Senso della vita” rischia di scomparire dietro il sipario del “Costanzo show”. Non va dimenticato che la ruggine tra i due risale a qualche anno fa quando si beccarono sugli ascolti di “Domenica In” dell'era Bonolis e la “Buona Domenica” di Costanzo. Paolo contestò i dati di Maurizio dicendo: «Il mio amico Ciccio Baffo ha una irresistibile vocazione a manipolare e gestire i dati d'ascolto, come se fossero malcapitati ospiti dei suoi programmi». Per contro Costanzo replicò con una frase di Flaiano: «L'insuccesso gli ha dato alla testa».
DAGOSPIA

martedì 13 novembre 2007

INTERVISTE BARBARICHE O REGOLAMENTO DEI CONTI?

«Buon giorno, ben arrivato, come va?». «Molto teso grazie, e lei?». Un dialogo di questo tipo tra Daria Bignardi e i suoi ospiti non si è ancora verificato, alle Invasioni Barbariche (venerdì su La 7, ore 21.30), ma non si va troppo lontani dal vero a immaginarselo così, pochi secondi prima che inizino le interviste che sono il punto di forza del programma, quest'anno ancora più che nel recente passato. Il fatto è che al momento sono due le linee di tendenza riconducibili all'insidioso genere dell'intervista televisiva: una è incarnata da Fabio Fazio, che i suoi invitati ama metterli a loro agio assoluto, infìocchettarli di complimenti, senza tendere trappole di alcun tipo, conia conseguenza di rendere l'intervista fin troppo liscia e senza scosse ma di compensare la prevedibilità del copione con l'acquisizione di ospiti che vanno solo da lui perché di lui si fidano (Nicoletta Mantovani, ad esempio, l'avrebbero voluta intervistare in tanti ma è andata solo a Che tempo che fa). L'altra via all'intervista televisiva è quella scelta da Daria Bignardi, che i suoi ospiti non disdegna di metterli a disagio, in un clima che non di rado presenta momenti urticanti per chi è seduto sulla scomoda sedia delle Invasioni Barbariche e non facili da gestire per la stessa conduttrice. Ne guadagna la vivacità e, spesso, la possibilità di conoscere qualche sfaccettatura inaspettata dei personaggi intervistati, provocando talvolta un irrigidimento delle due parti in gioco che mina la scorrevolezza dell'incontro e rischia di farlo sembrare pericolosamente vicino a un regolamento di conti strettamente personale. Nel giro di poche puntate, ad esempio, Daria Bignardi è riuscita a trattare Lorella Cuccarini come se avesse 60 anni e appartenesse al paleolitico tv, ha etichettato più volte come pazza Marina Ripa di Meana mentre intervistava la figlia Lucrezia Lante della Rovere e ha dato del padrino a Luciano Moggi reagendo con carattere a una sua battuta particolarmente infelice. Questo solo per rimanere alle ultime settimane, ma in realtà non passa venerdì che non ci si chieda in quale momento dell'intervista l'ospite apparirà in difficoltà sotto l'incalzare della conduttrice. Rispetto alle ultime stagioni, la Bignardi pare aver dirninuito la quota di domande gossipare puntando su un maggiore approfondimento della personalità dell'intervistato. E sono sempre più frequenti le volte in cui abbandona la traccia delle domande preparate per allacciarsi a quanto appena detto dal suo interlocutore.
Roberto Leviper "Il Giornale"

UNA DOMENICA DI DISINFORMAZIONE


Perché, nei momenti tragici, le nostre tv non sanno mai come comportarsi? Un tifoso muore davanti a un autogrill, ucciso da un colpo d'arma da fuoco esploso da un agente della Polstrada. Un ragazzo muore per un «tragico errore», muore per una delle tante insensatezze che ormai accompagnano il calcio. La notizia arriva nelle redazioni e in tv con molto ritardo, forse dovuto all'imbarazzo di raccontare unascena come questa. Sky fa subito il suo dovere, è una macchina informativa sempre aperta. La Rai affida ai conduttori che in quel momento sono in onda la gestione della notizia: su Raiuno interviene Massimo Giletti, su Raidue Simona Ventura. Per non ripetere l'impaccio con cui la trasmissione nel 1995 trattò l'uccisione del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo, la Ventura decide opportunamente di interrompere. A Mediaset, invece, gli imitatori di «Guida al campionato» vanno avanti come se niente fosse. Solo più tardi tutti i network racconteranno per esteso e commenteranno il tragico evento. Che strano Paese il nostro. Muore un tifoso in questa maniera.incredibile e qualcuno decide che bisogna andare avanti. Così le decisioni le prendono le curve, come nei Paesi più incivili, dominati dalla violenza. Perché la Rai non contempla una procedura d'urgenza per casi simili e una rete prènde in mano la faccenda? Perché a Mediaset ci mettono così tanto a sintonizzarsi sull'assurdità e sulla tragicità di quanto è successo? Genoa-Milan del '95 non ha insegnato nulla; la sospensione in diretta del derby Lazio-Roma 2004, pretesa dai tifosi, non ha insegnato nulla. L'informazione potrebbe forse aiutare il ministro, o chi per lui, a prendere una decisione più sensata. Così, invece, abbiamo vissuto un'altra maledetta domenica di disinformazione, di confusione, di sbandamento. Cioè, di calcio.
Aldo Grasso per "Il Corriere della Sera"

domenica 11 novembre 2007

I VOSTRI COMMENTI AL NOSTRO VIDEO SU GRILLO

Record di visite per lo speciale Beppe Grillo Cacciato dalla Rai, oltre 12.800 contatti. Per vedere lo speciale potete cliccare qui. Intanto riportiamo di seguito i commenti che gli utenti di you Tube ci hanno lasciato:
  • Grande Beppe
  • "E' più facile uccidere la moglie che divorziare".E' più facile arrestare il mondoche ammanettare un corvaccio immondo(IoSonoBabs)
  • ehehhe è sempre carino l'hype nei confronti di grillo
  • Baudo fece bene a dissociarsi (cos'altro poteva fare?), a mio avviso Grillo disse cose (alla luce dei fatti che poi sono avvenuti giuste), pero' lo fece in maniera eccessiva e forse fuori luogo in uno spettacolo del sabato sera, detto cio', Grillo ritorno' in rai pure a Sanremo '88 e '89 e potè dire tutto quello che volle, dunque smettiamola di dire che l'Italia era come il Cile degli anni '70...
  • Grillo figuriamoci se compriamo qualcosa da lei...no sa mi era scomparso un pacco di yogurt dalla macchina... volevo controllare!!!XDGRANDISSIMO BEPPE COSì SI FA!!!
  • "Beppe Grillo cacciato dalla Rai".E che c'è di strano? Mica la Rai è di sua Proprietà!Io, Angelo Russo e la mia famiglia invece... Leggi Proc Pen. 27938/04 - 9287/06 - 43630/04Tanto per cominciare
  • La classe politica dell'epoca e Craxi si sono offesi per una battuta del genere?Ma che sono: permalosi? I veri offesi sono gli Italiani, siamo noi quelli che vengono presi costantemente per i fondelli da promesse elettorali che puntualmente non vengono mai mantenute da nessuno schieramento. Ma piantatela e vergognatevi!!
  • sei il più grande!!!!
  • L'unica cosa che ci resta...oltre che piangere è la rivoluzione!!!Nemmeno la magistratura è più libera, la rete verrà imbavagliata nessuno sarà più libero di fare nulla, i vigili fanno le multe, la polizia fà le multe, il governo fà le multe, ci manca la chiesa a far le multe e siamo a cavallo......si perchè la benzina costa troppo!!!Auguri Italia
  • Forza Beppe!che se ne vadano AFFANCULO tutti questi politici corrotti e pluricondannati così come i direttori dei giornali che ci hanno fatto diventare un paese SEMILIBERO!!!
  • grazie beppe!
  • quando uno è un grande...Sei un mito Beppe!!
  • Ma sinceramente... come ha fatto a dire quelle cose in tv!!!!!!! Che grande... come ha fatto... come ha fatto...
  • Il sistema della censura italiano ha addestrato giornalisti servi e comici senza memoria di satira..non so dove andremo a finire..grazie Beppe..
  • che grande Beppe!!!!!!!!!!!sempre anni luce avanti a tutti........dopo 20 anni e' sempre llui e solo lui a vincere, glia altri scompaiono nel nulla della loro meschina esistenza, ma il grande beppe e' sempre li a far parlare di se! oggi come 20 anni fa non e' cambiato nulla in questo paese.......! falli fuori tutti Beppe.
  • Che schifosi i socialisti, facce di culo!
  • Marò...la Cuccarini nell'86...mmmhhh...
  • notoriamente i socialisti si sono poi rivelate persone oneste ed integerrime...
  • è una dittatura!!! in nessun altro paese c'è non solo una tale censura...c'è un vero e proprio TERRRORE ATAVICO NEI CONFRONTI DELLA VERITA' IN ITALIA!!! CHE PAESE DI MERDA CHE SIAMO!!! CI FACCIAMO PRENDERE PER IL CULO ANCHE DAGLI SPAGNOLI!!! E CE LO MERITIAMO DI BRUTTO!!

MORTO IL REGISTA DEI SERIAL CULT


E' morto il regista di Il tenete Colombo, Le strade di San Francisco, Supercar e Magnum P.I. e non solo . Bernard L. Kowalski che ha diretto le più popolari serie di telefilm degli ultimi decenni, è morto a Los Angeles all'età di 78 anni. Iniziata la carriera di regista nel 1958, Kowalski diresse nel 1961 una decina di episodi di Perry Mason. Da allora ha legato il suo nome a una sessantina di telefilm di grande successo. Ha diretto tra gli altri episodi di Gli intoccabili, Selvaggio West, Il verginiano, Missione impossibile e Agenzia Rockford. Che si aggiungono ai già citati Il tenente Colombo (in onda su Rete4), Le strade di San Francisco, Supercar e Magnum P.I.. Oltre alla regia di tante top tv series degli anni Sessanta e Settanta, Kowalski ha diretto anche una ventina di film, in particolare di fantascenza e del terrore. Tra i suoi film piu' famosi figurano Krakatoa, Est di Giava (1969), in cui si racconta la storia di una disastrosa eruzione vulcanica, e Kobra (1973), la pellicola di fantascenza dell'orrore in cui la Terra viene dominata dai serpenti. Tra gli altri titoli da lui diretti figurano Assassino per un testimone (1969), Macho Callagan (1979) e Marciano (1980), storia romanzata di Rocky Marciano, campione mondiale di pugilato nella categoria di pesi massimi dal 1952 al 1955.

TGCOM

venerdì 9 novembre 2007

OLRE MODA.... OLTRE LO SCANDALO


Sono impressionanti le modalità con cui la società appaltatrice del programma Rai “Oltremoda” (Rai1) contattava le case di moda promettendo passaggi sul servizio pubblico in cambio di denaro. A quanto riferito oggi dall’Espresso un audit interno avrebbe accertato che addirittura alcuni degli autori del programma erano anche amministratori della società appaltatrice. Tale società sembrerebbe aver incassato dal 2001 al 2007 la bellezza di 4.547.276,45 euro per produrre il programma, e sarebbe veramente scandaloso se altri introiti fossero derivati dalla vendita a terzi dei passaggi in tv e da pubblicità occulta. Il Codacons ha chiesto all’Antitrust di inviare la Guardia di Finanza a sequestrare le registrazioni del programma televisivo e tutta la corrispondenza intercorsa tra Rai, società produttrice e case di moda. L’associazione ha anche chiesto l’immediata sospensione dei rapporti commerciali con la società produttrice e la sospensione dal servizio di chi ha sottoscritto i contratti, del Capostruttura responsabile (Teresa De Santis) e del responsabile del controllo editoriale (Milena Ripellino). Nell’istanza il Codacons chiede anche di poter verificare se il direttore Del Noce, dopo aver ricevuto l’audit contenente tali incredibili rivelazioni, abbia preso provvedimenti come suo dovere o sia rimasto inerte, consentendo che il servizio pubblico fosse utilizzato per fini privati non certo nell’interesse della corretta informazione e degli utenti. L’inchiesta del settimanale parla di promesse finalizzate, in cambio di denaro, a mostrare dei capi di abbigliamento sulla rete ammiraglia, e di alcune brochure inviate alle case di moda da una società di produzioni televisive, la Futura srl, che produce appunto la trasmissione Oltremoda.La Futura risulterebbe essere amministrata da Giorgio Vertunni che, tra le altre cose, apparirebbe anche come autore del programma televisivo in questione.
DIGITAL-SAT

giovedì 8 novembre 2007

LE ULTIME CARTUCCE DI DEL NOCE


Mancano ormai poche ore alla sentenza del Tar sul caso di Angelo Maria Petroni. Se il ricorso del consigliere del centro-destra verrà accolto, la Rai piomberà di nuovo nel caos. Tutti gli atti del cda dall'avvento di Fabiano Fabiani in poi sarebbero ritenuti illegittimi, approvazione del piano industriale compresa. Pensate che smacco per il ministro del tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa, e di riflesso anche per il direttore generale, Claudio Cappon, che sarebbero costretti a reintegrare Petroni e ad accantonare la soluzione Fabiani. Facile prevedere la paralisi al settimo piano di viale Mazzini. In attesa del Tar in Rai continuano a tenere banco tre argomenti: gli ascolti in calo, il tetto dei compensi stabilito dalla finanziaria, le ultime nomine. L'autunno deludente di RaiUno sta incidendo molto anche sul futuro, perché questo è il periodo di garanzia, nel quale si gettano le basi per i contratti pubblicitari della prossima stagione. Non a caso Fabrizio Del Noce le sta provando tutte per recuperare il terreno perduto. Per riuscirci il direttore di RaiUno ha bisogno di un programma che collezioni share da record, con oltre il 50 per cento dei consensi, in modo da recuperare una media decente.Ovviamente sono pochi i campioni di ascolto capaci di simili performance. Tre nomi su tutti: Adriano Celentano, Roberto Benigni e Fiorello. Per gli ultimi due Del Noce sta già un bel passo avanti. Su Celentano c'è ancora qualche dettaglio da definire. Stiamo parlando di dettagli a sei zeri. Inoltre c'è da considerare un particolare non certo di secondo piano. Un mese di novembre boom, dal punto di vista degli ascolti, permetterebbe a Del Noce o di salvare la poltrona oppure di uscire a testa alta da RaiUno. Pensate a quanti alzerebbero il tono delle polemiche pronunciano la fatidica frase: «Come si fa a mandare via uno che ha fatto il botto di ascolti». Ma l'impresa di Del Noce avrebbe anche un altro significato strategico: spendere gli ultimi soldi del budget per scoraggiare qualsiasi suo sostituto a salire su un auto senza gomme e benzina. Ecco perché a viale Mazzini non tutti sono favorevoli all'ingaggio dei campionissimi e da più parti si storce il naso. Per quanto riguarda invece Del Noce, bisogna dire che il direttore di RaiUno fa benissimo a pensare in grande e cercare il colpaccio dell'anno.

DAGOSPIA

mercoledì 7 novembre 2007

MOGGI COME FA LA PIPI'? RISPONDE DARIA BIGNARDI...


Al venerdì sera su "La 7" va in onda un programma che a oltre il 97 per cento dei telespettatori non piace; lo si desume dai dati di ascolto. Il titolo è "Le invasioni barbariche" e non ha niente da spartire con gli argomenti trattati, quelli di un qualsiasi contenitore pseudogiornalistico. La conduttrice è Daria Bignardi, signora di bell'aspetto che ebbe qualche notorietà dirigendo le operazioni del Grande Fratello, Canale 5, cioè Berlusconi. Raramente mi è capitato di seguirla, non perché mi sia antipatica, per carità; semplicemente dimentico spesso che esista. Oggi ne accenno volentieri per un motivo: durante l'ultima puntata era suo ospite Luciano Moggi, collaboratore di Libero, del quale mi incuriosisce ogni dichiarazione, trattandosi tra l'altro di personaggio coinvolto nello scandalo denominato Calciopoli. Daria Bignardi e Moggi erano seduti a un tavolo, l'una di fronte all'altro, posizionamento classico per una intervista in cui la giornalista ponga delle domande e l'invitato risponda. Usa così, credo. Male cose sono andate diversamente. Nel senso che la brava professionista, che sta al pallone come io sto alla matematica quantistica, pur sforzandosi di mascherare la propria incompetenza, ha voluto a ogni costo incastrare l'interlocutore, quantomeno tentare di esporlo a una brutta figura. Risultato, si è incastrata lei rimediando una topica dopo l'altra. Penso che Daria si rendesse conto di non essere all'altezza, tuttavia, anziché rassegnarsi a dire delle semplici banalità e ovvietà, lanciava dei quesiti che tradivano una supponenza pari soltanto all'impertinenza. Non solo, ma una volta espressi gli interrogativi, invece di attendere le risposte che Moggi, pazientemente, si accingeva a fornire, Daria, in totale confusione di mente, sovrastava con la propria voce quella dell'ex juventino (esterrefatto da tanta maleducazione) allo scopo di contestarlo prima ancora che avesse avuto l'opportunità di spiegarsi. Ne sortiva un effetto surreale. Chi, come me, a casa cercava di ascoltare era stordito da un chiacchiericcio incomprensibile. I giornalisti, fin dall'asilo, imparano che le domande, in un'intervista, servono per avere un responso, un'opinione, un dato. Regola elementare di cui la Bignardi venerdì s'è scordata ricoprendo così due ruoli in commedia: quello dell'inquisitore e quello dell'imputato. In sostanza ha parlato solo lei. Poco male, se almeno avessimo capito alcune frasi. Oddio, nel caos un concetto si è afferrato. La signora ha manifestato stupore per le quattrocento telefonate che Moggi ai bei tempi faceva in un giorno. Spalancando gli occhioni, Daria ha osservato: con tutte le conversazioni nelle quali era impegnato, come si ingegnava a fare pipì? Davanti al quesito, Moggi ha scherzato: questo glielo dico dopo. E la Bignardi si è infuriata, forse interpretando la battuta quale sintomo di un riprovevole gallismo. Non le è venuto il dubbio che a un quiz di tale cretineria non ci fosse altra replica. Se però alla cara Daria preme davvero di comprendere come sia possibile maneggiare il cellulare mentre si minge, vado ora in suo soccorso: con la sinistra si regge un apparecchio e con la destra si regge il pipino. Comunque ciò che sorprende non è che Moggi fosse in grado di svolgere entrambi gli esercizi contemporaneamente, bensì che la conduttrice per appurarlo si sia spinta fino a invitare Luciano in studio. Non era necessario. Bastava uno squillo. Bisogna però riconoscere alla Bignardi che, dopo l'intervista disastrosa sul pistolino del tecnico calcistico, si è immediatamente ripresa. È arrivata Lilli Gruber (che a differenza di Luciano non è in disgrazia) e Daria con la dignità che la distingue, si è gettata ai suoi piedi siccome zerbino, mai interrompendone la favella progressista.
"Vittorio Feltri per "Libero"

martedì 6 novembre 2007

A BOMBAY STASERA AMBRA TORNA CON BONCOMPAGNI


Per gli amanti della televisione bella o brutta che sia, questa sera non è assolutamente da perdere dopo 12 anni il ritorno di Ambra Angiolini a fianco di Gianni Boncompagni. A Bombay infatti, il programma del mercoledì sera de La7 alle 23.30, stasera sarà ospite la star degli anni 90 che catalizzò l'attenzione dei media e che fece volare ad ascolti record il programma Non è la rai. Inoltre sarà presente un altro grande collaboratore ed inventore di programmi insieme a Boncompagni: Renzo Arbore

lunedì 5 novembre 2007

LA RAI PRONTA AL RINNOVAMENTO


"Divorzi in vista in Cda? L'importante è che non ci siano decessi". Così il presidente della Rai Claudio Petruccioli, risponde con una battuta a chi gli chiedeva, sempre con una battuta, se erano previsti "divorzi" all'interno del consiglio di amministrazione di Viale Mazzini. Dopo l'ultima seduta infatti, dedicata alle linee guida del Piano editoriale, i consiglieri Giuliano Urbani e Marco Staderini hanno scritto una lettera al presidente della Commissione di Vigilanza spiegando che il loro mandato era a disposizione del parlamento che li ha eletti. Ma il presidente parla soprattutto del Piano editoriale che definisce come "un restyling" per un'azienda come la Rai che paragona ad un quotidiano. "Vediamo che clima c'é nella riunione di dopodomani - spiega acora Petruccioli a margine della conferenza stampa di presentazione dell'impegno Rai per l'Airc - in quella seduta inizieremo a discutere del Piano editoriale che ci è stato illustrato nell'ultima seduta. Un piano che io considero molto utile, un piano che è 'sulla palla' dei problemi veri che sono individuati, messi a fuoco. E' l'eredità che lasceremo a quelli che verranno dopo di noi". Quanto ai tempi di approvazione del piano, a cui potrebbero essere legate anche alcune nomine, per il presidente "la settimana prossima o al massimo tra 15 giorni faremo una delibera che ufficializza il testo. Certo non sarà un'approvazione come per il Piano industriale che si mette in toto ai voti, ma sarà una delibera diversa da quelle tradizionali". E Petruccioli spiega: "Ad esempio uno dei punti di riflessione del piano è la riorganizzazione dell'offerta dell'informazione. Così nella delibera si dirà in modo esplicito che, ad esempio, 'il Cda ha fatto propria la necessita' di una riflessione ...ecc". Un insieme di deliberazioni su punti specifici che "si tradurranno nel tempo anche in decisioni all'approvazione del Consiglio. Insomma seguirà un lavoro di anni non di mesi". Tra le altre ipotesi prese in considerazione anche quella di una struttura Rai Entertainment? "Nel documento si ipotizza anche questa possibilità, ma si tratta di una struttura che sarebbe dedicata all'ideazione". Entrando nei dettagli del piano editoriale, Petruccioli sostiene che "uno dei principi è quello della fluidità del palinsesto che ora è strutturato in modo rigido". E fa un esempio: "La Rai è come un grande quotidiano che ha bisogno di un restyling". Tra i problemi principali quello dell'intrattenimento"Su questo versante siamo in ritardo di molti anni", sottolinea Petruccioli che spiega come uno dei motivi sia la levitazione dei costi, e fa l'esempio dell'avanspettacolo. "Ora ad esempio c'é l'one man o woman show - dice ancora - che va bene anche perché aiuta a ridurre i costi. Noi per esempio abbiamo tra poco quello di Roberto Benigni che per quanto costi costa sempre meno del grande intrattenimento". Il riferimento è a Raiuno ma non risparmia nemmeno Raitre"E' una rete eccellente ma nel Piano editoriale é scritto che deve innovarsi. Quali programmi non vanno più? Basta vedere gli ascolti che hanno alcuni pezzi dell'offerta storica che evidentemente piano piano si sono logorati".

Digital-sat.it

domenica 4 novembre 2007

SANREMO NON VUOLE BONOLIS


Quel Bonolis che in diretta televisiva al Festival 2005 chiamava "lattuga" i bouquet dei fiori sanremesi, e nell'affollatissima sala stampa dell'Ariston maramaldeggiava con l'impacciato sindaco Claudio Borea, a Sanremo non l'hanno mai digerito. E così l'amministrazione comunale non ha preso affatto bene la notizia che il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce sta manovrando per un clamoroso ritorno di Paolo Bonolis alla Tv di Stato, strappandolo a quella Mediaset cui era approdato proprio dopo aver condotto il Festival di due anni fa.
Il fatto che più preoccupa il Comune è ovviamente che nel pacchetto che Del Noce avrebbe proposto a Lucio Presta, agente di Bonolis, ci sarebbe la conduzione del Festival 2009. E di un ritorno dell'attuale presentatore di "Ciao Darwin" su Canale 5, a Sanremo farebbero volentieri a meno, nonostante gli ottimi risultati di ascolti raggiunti dall'edizione festivaliera del 2005. «Le notizie giornalistiche sull'iniziativa di Del Noce ci lasciano perplessi - dichiara l'assessore al turismo Igor Varnero - oltretutto, ferma restando la libertà della Rai nelle scelte artistiche, si sta andando a ipotecare un futuro che è tutto da discutere».
L'attuale convenzione di esclusiva sul Festival tra Comune e Rai scadrà infatti con l'edizione 2008, e l'amministrazione Borea ha già messo a punto una serie di richieste e proposte per rinnovare l'accordo che sono ancora da affrontare assieme alla dirigenza della Tv di Stato e in particolare di Rai Uno.
Ma, come detto, al di là dei questi aspetti tecnico-giuridici l'amministrazione sanremese non ha conservato un buon ricordo di Bonolis: lo scontro quotidiano, e ricorrente, sull'inadeguata promozione dei fiori durante il Festival 2005 era stato soltanto la punta dell'iceberg dei freddi rapporti con il conduttore, accusato, anche se a bassa voce, di supponenza ed eccesso di sarcasmo. Al contrario, il sindaco Claudio Borea e l'assessore Varnero stravedono per l'attuale direttore artistico e presentatore del Festival Pippo Baudo, che sta lavorando all'edizione 2008. Tanto da essersi schierati dalla sua parte nella polemica dello scorso anno con Del Noce. Dice Varnero: «Baudo è una garanzia, conosce come nessun altro la macchina del Festival e ha rispetto per le esigenze della città. È il nostro testimonial ideale».
Claudio Donzellaper "Il Secolo XIX"

TG5, IL GIORNO DEL CAMBIAMENTO


Non solo una rivoluzione di facce, tanto meno un'operazione di facciata. Il restyling del Tg5, che lunedì si presenterà ai telespettatori completamente rinnovato, coinvolge studio e grafica ma anche contenuti. Fedele ai suoi due motti preferiti, "informare senza annoiare" e "separare i fatti dalle opinioni", il direttore della testata ammiraglia Mediaset si propone "un vero salto in avanti, paragonabile allo scossone provocato nel '92 dalla nascita del Tg5". La 'rivoluzione di novembre', decisa dal direttore 4 mesi fa ("5 giorni dopo l'insediamento alla direzione - confessa il direttore all'ADNKRONOS - avevo gia' i bozzetti dei grafici di Mediaset, peraltro bravissimi") prevede infatti un nuovo studio e grafica innovativa, ma anche rubriche inedite, un tg del mattino lungo quasi un'ora e 10 nuovi arrivi alla conduzione delle cinque edizioni del telegiornale. Compresa la sua: la nuova scenografia farà da cornice all'arrivo alla conduzione, nell'edizione delle ore 20.00, di Clemente Mimun e Giuseppe De Filippi che si alterneranno con Cesara Buonamici e Cristina Parodi. "A rotazione, presenteremo il Tg5 una settimana a testa", spiega Mimun. "Nella mia carriera ho tenuto a battesimo altri restyling, ma qui c'è una differenza fondamentale. Ho ereditato un tg forte. Mentre sia al Tg2 che al Tg1 sono arrivato in momenti in cui erano in forte crisi, il Tg5 è in piena salute e si tratta solo di aumentarne la tonicità e di renderlo ancora più piacevole ed attraente", sottolinea il direttorre tornato dal 3 luglio nella testata che contribuì a fondare 15 anni fa.A proposito di Rai, Mimun mette in chiaro subito che il varo del nuovo tg "non è una risposta all'operazione fatta dal Tg1 poche settimane fa''. ''Del nuovo tg di Riotta ho gradito la scelta dei toni biancocelesti (i colori della sua squadra del cuore, la Lazio, ndr.): avrei voluto ricambiare - ironizza - con uno studio neroazzurro o optare per i colori rossoneri cari al mio editore. Ma si adattano poco allo studio di un tg, così abbiamo scelto toni chiari, che hanno un'aria familiare e restituiscono il naturale calore della conduzione in diretta". Il nuovo impianto scenico, realizzato da Raffaella Galbiati, sarà ipertecnologico, ripensato in toni molto chiari, rivestito da grafica stampata su vetro e pareti luminose. Ognuna delle cinque edizioni (8, 13, 17, 20 e notte), avrà uno spazio con fondi diversi. Grandi pannelli scorrevoli faranno da sfondo alle rubriche di approfondimento, gli speaker avranno un nuovo tavolo per le conduzioni e la zona dedicata alla redazione in studio sarà ampliata. Il restyling della grafica, modernissima e tridimensionale, curata dalla Direzione Creativa Coordinamento Immagine Mediaset, diretta da Mirko Pajé, mantiene gli elementi caratterizzanti del notiziario declinati però secondo stilemi più freschi e attuali.L'edizione delle 8 della mattina si prolungherà (avrà una durata di 54 minuti) e si sdoppierà: "la prima parte sarà dedicata alle news, la seconda agli approfondimenti", sottolinea il direttore. Il primo Tg della giornata vedrà ruotare otto conduttori: Gioacchino Bonsignore, Laura Cannavò, Marialuisa Cocozza, Gianluigi Gualtieri, Barbara Pedri, Domitilla Savignoni, Paolo Trombin e la new entry Simona Branchetti. Nell'edizione delle ore 13, alla conduzione del notiziario si alterneranno cinque coppie formate da Chiara Geronzi e Fabrizio Summonte, Elena Guarnieri e Luca Rigoni, Paola Rivetta e Salvo Sottile, Didi Leoni e Giuseppe Brindisi. "Nel corso della settimana, questa edizione avrà quattro giorni dedicati alla rubrica 'Gusto', due a 'Stili di vita' e una a 'Motori'. Confermo il mio interesse per il giornalismo di costume come il mio disinteresse per il gossip", aggiunge Mimun. L'edizione delle ore 17, "la prima nella storia del Tg5 in onda da Milano", vedrà alternarsi alla guida del notiziario Benedetta Corbi, Alberto Duval, Monica Gasparini e Tito Giliberto. Nell'edizione della notte, saranno quattro i volti alla conduzione: Cristina Bianchino, Paolo Di Mizio, Simonetta Di Pillo e Carmelo Sardo. I propositi editoriali restano quelli dichiarati nel piano presentato al momento del suo arrivo: "Un tg più vicino alla gente che al Palazzo, che vuole raccontare quello che preoccupa gli italiani, come quello che li fa arrabbiare o gli fa piacere. Senza aspettare che ce lo suggeriscano i 'moti popolari' come quelli dei 'grillini'". Un piano approvato a larghissima maggioranza dalla redazione e molto gradito dal pubblico, a giudicare dai risultati d'ascolto: tra il pubblico compreso fra i 15-64 anni, il cosiddetto target commerciale, il Tg5 si conferma leader dell'informazione e, in generale, il pubblico giovane dimostra una predilezione particolare per il telegiornale di Canale 5. Nei mesi luglio-agosto-settembre, il notiziario di Canale 5 ha incrementato i già ottimi ascolti del 2006 registrando un +2% di share nell'edizione delle ore 20 tra il pubblico 15 -64 anni (media 2006: 27.9%, media 2007: 29.9%). In particolare, nel mese di settembre l'incremento è stato ancora più consistente: +2.3% di share rispetto allo scorso anno (media settembre 2006: 28.0%, media settembre 2007: 30.4%). Interessante anche il confronto tra il Tg5 e il Tg1. Nei mesi di luglio, agosto e settembre 2006, il Tg5 delle 20 era leader sul target commerciale con il 27.9% contro il 27.3% del Tg1, con un vantaggio di 0.6 punti. Nell'agosto 2007 il distacco tra i due telegiornali è arrivato a 3.4 punti (rispetto all'anno precedente il Tg5 è aumentato al 29.9%, il Tg1 è calato al 26.5%). Il confronto tra i due telegiornali mostra il Tg5 delle 20 in crescita anche nel totale pubblico: nel trimestre luglio-agosto-settembre 2006 il distacco era di 6.0 punti (Tg5 25.8% di share, Tg1 31.8% di share). Nei mesi di luglio-agosto-settembre 2007 il Tg5 ha recuperato terreno e ridotto le distanze a 4.8 punti (Tg5 27.0% di share, Tg1 31.8% di share).Esaminando le prime tre settimane dell'ottobre 2006, sul pubblico totale, il distacco era di 7.0 punti (Tg5 25.4% di share, Tg1 32.4% di share). Nelle prime tre settimane dell'ottobre 2007 il Tg5 ha ulteriormente ridotto le distanze fino ad arrivare a soli 3.1 punti di distacco (Tg5 28.1% di share, Tg1 31.2% di share). tratto da Digital-sat.it

venerdì 2 novembre 2007

ENZO BIAGI, PER LUI UN MOMENTO DIFFICILE


Enzo Biagi, 87 anni, giornalista e scrittore, è ricoverato in gravi condizioni in una clinica milanese del centro. Lo ha confermato la famiglia. Il noto giornalista è ricoverato da una settimana. Venerdì mattina, secondo quanto spiegato dalle figlie Carla e Bice, le condizioni si sono aggravate tanto che la situazione è "particolarmente critica". "E' comunque lucidissimo", spiegano le figlie.
E' stata la stessa famiglia a diffondere la notizia. Biagi è ricoverato da una settima nella clinica Capitanio nel capoluogo milanese. Il giornalista è nato il 9 agosto del 1920 a Pianaccio di Lizzano in Belvedere (Bologna). E' una delle penne più famose del "Corriere della Sera", nonché scrittore e conduttore televisivo."Ha fatto 87 anni lo scorso agosto - hanno dichiarato Carla e Bice - non stava bene e una settimana fa è stato ricoverato. E' ancora lucidissimo, capisce tutto, è sempre lui. Ma le condizioni sono molto critiche, da ore la situazione è precipitata". (Tgcom)

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